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Testo tratto da:
Atti della R. Accademia dei Lincei
Anno CCCIII (1906), serie quinta, notizie degli scavi di antichità, volume III, fascicolo 1, pagine 3-4.
Roma: tipografia della R. Accademia dei Lincei, 1906.

I. LAMBRATE – Nuovi ritrovamenti di antichità in frazione Ortiga.

Il dott. Serafino Ricci, ispettore nel R. Gabinetto numismatico di Milano, comunicò al Ministero che, nel rimuoversi un antico altare nell’oratorio dei santi Faustino e Giovita, in frazione Ortiga presso Lambrate, fu rinvenuto, sotto la sacra mensa, un deposito di reliquie a cui serviva da coperchio una lapide iscritta, rotta nel lato destro, sulla quale rimane un frammento di iscrizione cemeteriale cristiana.

Misura m. 0,20×0,18 e reca, giusta l’apografo del dott. Ricci, confrontato su calco cartaceo:

Lapide Ortica SS Faustino Giovita 1906

Sotto l’epigrafe suddetta fu ritrovato un orciuolo in pietra in forma di mortaio, alto cm. 15 e con un diametro all’orlo esterno di cm. 16, all’interno di cm. 10, al fondo di mm. 125, contenente avanzi di ceneri, di ossicini, e due informi frammenti di legno, e sovrapposto ad un tubo, anch’esso di pietra, cavo nel senso della lunghezza e misurante per largo cm. 20 e per lungo cm. 55.

Allorché detto tubo fu tolto, vennero in luce due capselle che esso conteneva e conservava, delle quali l’inferiore, in piombo, alta cm. 10 con un diametro al fondo di mm. 48; e l’altra, in bronzo, di un’altezza di cm. 5 compreso il coperchio, e di un diametro nel fondo di mm. 35.

I due vasetti metallici, quasi identici nella forma, contenevano il primo avanzi di ossa umane ed un piccolo unguentario in vetro schiacciato dai frammenti del coperchio penetrati nell’interno della teca; il secondo, dal coperchio intatto ed ermeticamente chiuso, soltanto alcuni frammenti di ossa.

Tanto il tubo di pietra quanto la capsella plumbea posavano su di un tegolone, il quale a sua volta poggiava su dei pezzi di pietra aderenti al fondo del pavimento della chiesa.

Dal complesso dei fatti e dal confronto con altri ritrovamenti di simil genere, facilmente si può dedurre che tale ripostiglio fu composto in epoca imprecisabile, per raccogliere e conservare i sacri ricordi che conteneva il primitivo oratorio, allorquando fu inteso il bisogno di ricostruirlo o di modificarlo.